Un musulmano che non paga la Zakat sarà mandato all’inferno?

Dettagli della domanda

– È possibile recitare i versetti 34-35 della Sura At-Tawbah anche per i musulmani che non pagano la zakat?

– In questo caso, un musulmano che non paga la zakat sarà gettato nel fuoco dell’inferno?

Risposta

Caro fratello/cara sorella,

La traduzione dei versetti in questione è la seguente:


“O voi che credete! Sappiate che molti degli studiosi ebrei e dei monaci cristiani consumano ingiustamente i beni del popolo e impediscono la via di Allah. Annunciate ai possessori di oro e argento che non li spendono nella via di Allah un castigo doloroso! Quel giorno saranno riscaldati nel fuoco dell’inferno, e le loro fronti, i loro fianchi e le loro schiene saranno contrassegnate: ecco ciò che avete accumulato e conservato per voi stessi; gustate ora ciò che avete accumulato e conservato!”


(At-Tawbah, 9/34-35)

L’espressione del primo di questi versetti è chiara e non c’è dubbio che sia rivolta ai rabbini e agli scribi degli Ebrei. Il fatto che sia stato specificato come rivolto ai credenti, mira a far sì che i musulmani possano vedere il loro vero volto, comprendere come comprino il mondo con la loro religione e come strumentalizzino la religione per i loro interessi mondani, in modo da evitare di essere ingannati.


Coloro che accumulano oro e argento e non li spendono per la via di Dio.

Sono state formulate diverse interpretazioni riguardo al secondo versetto che parla di andare all’inferno.


a)

Anche i destinatari di questo messaggio sono gli stessi a cui si rivolge il primo versetto.

(cfr. Taberi, Razî, Semerkandi, commento al versetto in questione)


b)

Che si tratti di musulmani o non musulmani, coloro che accumulano oro e argento e

(come zecàt o elemosina)

Tutti i proprietari che non sono coinvolti nell’infarto sono inclusi in questo appello.

(cfr. Razî, Semerkandi, agy)


c)

Nei primi tempi dell’Islam, i musulmani che possedevano ricchezze avevano l’obbligo di destinare una parte dei loro beni alla causa di Dio. Successivamente, con l’introduzione delle disposizioni relative alla Zakat (l’elemosina obbligatoria), queste antiche disposizioni furono abrogate.

(cfr. Razî, Semerkandi, agy)


d)

Come riportato nel versetto

kenz


(oro e argento accumulati)

Esistono tre opinioni riguardo al tesoro per il quale sono previste sanzioni penali:


1)

Ogni tipo di proprietà, che si tratti di un tesoro nascosto o meno, che possieda il nisab per la zakat ma a cui non sia stata pagata, è soggetta alla minaccia di questo versetto. Tra i primi a esprimere un’opinione su questo argomento ci sono Abdullah ibn Umar, Suddi, Shafi’i e Tabari.


2)

Il tesoro di cui si parla nella minaccia, e il cui proprietario è minacciato, è un accumulo di ricchezza superiore a quattromila dinari d’argento. Che sia stata pagata o meno la zakat, il proprietario di un tesoro/patrimonio/accumulo di ricchezza superiore a tale importo è il destinatario della minaccia contenuta nel versetto. Secondo una tradizione, l’Imam Ali, sostenitore di questa interpretazione, avrebbe detto:

“I beni che hanno un valore di quattro mila dinari o meno costituiscono il sostentamento.”

(cioè è lecito accumulare fino a questa quantità). I beni che superano tale importo, invece,

(descritto in modo negativo nel Corano)

è compreso nel concetto di kenz.


3)

I beni in eccesso rispetto al fabbisogno sono considerati un tesoro e sono soggetti alla minaccia contenuta nel versetto.

(cfr. Maverdi, luogo indicato)

Per ulteriori informazioni, clicca qui:


– Quale sarà la punizione nell’aldilà per chi non paga la zakat?


– ACCUSA.


– KENZ.


Con saluti e preghiere…

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