Qual è la condizione delle schiave nei testi sacri ebraici, nella Torah?

Risposta

Caro fratello/cara sorella,

Nell’ebraismo, oltre alla funzione riproduttiva della famiglia, un altro scopo è quello di fornire un contesto legittimo per la soddisfazione dei bisogni sessuali, intrinseci alla natura umana. I testi sacri riportano esempi di poligamia, intesa a servire entrambi gli scopi.(1) Sebbene nei testi…

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Sebbene frasi come queste possano dare l’impressione di una corrispondenza biunivoca tra donne e uomini e suggerire la possibilità di un divieto di poligamia, nella storia ebraica la pratica di sposare due o più donne era una consuetudine piuttosto comune.(3)

Nell’Antico Testamento, nonostante i versetti che indicano la monogamia, si riscontra ampiamente la pratica di prendere due mogli, una per procreare e l’altra per soddisfare i desideri sessuali. Secondo questa usanza, la donna che doveva procreare viveva come una vedova, ricevendo poca attenzione dal marito, mentre l’altra, sposata solo per il piacere sessuale, veniva talvolta sterilizzata con farmaci o altri metodi – sebbene la sterilizzazione non fosse approvata – e viveva adornata accanto al marito. (4)

Oltre a queste informazioni storiche, i testi religiosi sembrano autorizzare apertamente la poligamia maschile. A questo proposito, ad esempio, nel Talmud,

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è previsto un tale principio.(6) Da questi principi si evince che nella religione ebraica non vi è alcun impedimento religioso a contrarre più di un matrimonio.

Inoltre, i testi sacri ci forniscono informazioni sulla vita sessuale degli ebrei, menzionando anche le mogli non ufficiali.(7)

Secondo queste notizie, nelle guerre venivano uccisi gli uomini, mentre le donne venivano prese come schiave.(8) Tuttavia, queste schiave dovevano essere sposate.(9) Se i loro mariti non fossero stati soddisfatti di queste donne, che potevano essere portate a casa solo sposandole, allora potevano liberarle, ma assolutamente non potevano venderle.(10)

Pertanto, il termine “concubina” nel contesto della religione ebraica non indica una schiava acquistata e venduta. Al contrario, essa viene presentata come una donna sposata secondo le procedure normali. (11) Anzi, in termini di diritti, sebbene non avessero lo status delle mogli principali, molte delle possibilità concesse a queste ultime venivano accordate anche alle concubine. (12)

Sebbene questa fosse la concezione fondamentale, le schiave si distinguevano dalle donne libere in alcuni aspetti (13). A causa di queste differenze, non erano considerate vere e proprie signore, ma piuttosto compagne di letto (plegeshle) (14).

Queste schiave, che avevano acquisito uno status ufficiale, venivano tenute al fianco degli uomini sia per procreare (15) sia per soddisfare i loro bisogni sessuali (16).


Con saluti e preghiere…

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