Qual è il giudizio di un giuramento del tipo: “Se faccio o non faccio questa cosa, Dio mi uccida come un infedele”?

Risposta

Caro fratello/cara sorella,


Secondo la scuola di pensiero Hanafita:

Tali parole, oltre a essere un giuramento, portano sfortuna a chi le pronuncia. Tuttavia, sono state considerate anche come un giuramento.

Pertanto; qualora qualcuno,

“Se faccio così, diventi un infedele”, “diventi un ebreo o un cristiano”, “non sia un servo di Dio, un membro della comunità del Profeta”, “Dio prenda la mia anima senza fede”.

Se giura in questo modo, si guarda l’intenzione di chi giura. Se lo dice solo per giurare e per rafforzare la sua affermazione di fede, allora è un giuramento, e deve compiere l’espiazione, oltre a pentirsi e chiedere perdono.

Tuttavia, se ha pronunciato queste parole credendo che ciò lo avrebbe reso un infedele, allora non si tratta di un giuramento. Tale persona deve rinnovare la sua fede e, se sposata, il suo matrimonio, attraverso il pentimento e la supplica. Un musulmano che conosce il modo in cui il Profeta (pace e benedizioni su di lui) giurava, eviterà di fare giuramenti inappropriati in questo modo. (cfr. al-Fiqh al-Islami, III/384; Celâl Yıldırım, Fiqh Islamico, III/157).


Secondo le altre tre scuole di pensiero.

Queste parole non costituiscono giuramento e non richiedono espiazione. Anzi, usare tali espressioni è proibito e peccato, e -Dio ne preservi- comporta il rischio di allontanarsi dalla religione. Pertanto, chi pronuncia tali parole deve pentirsi e chiedere perdono. (al-Fıkhu’l-İslamî, III/384, al-Mecmu, XVIII/19-20)

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Qual è l’entità dell’espiazione per un giuramento infranto?


Con saluti e preghiere…

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