Caro fratello/cara sorella,
“Abbiamo stabilito per la Luna delle fasi, delle tappe; gira e rigira, finisce per assumere una forma secca, gialla e curva, come il gambo di un vecchio grappolo di datteri. Né il sole può raggiungere la Luna, né la notte può precedere il giorno. Ciascuno di quei corpi celesti scorre, si ferma, in una propria orbita…”
(Yasin, 36/39, 40)
Quanto alla Luna, abbiamo stabilito per essa delle tappe e delle distanze ben precise.
Non scorre in modo costante come il sole. Abbiamo stabilito per esso una serie di tappe e una misura per ogni tappa.
È un pianeta.
Ogni giorno la luna si trova in una delle sue dimore e assume una forma diversa a seconda della dimora in cui si trova. Gli arabi hanno enumerato le dimore lunari come segue:
Šartan, Butayn, Surayya, Dabarān, Hek’a, Hen’a, Zirā’, Nasra, Tarf, Cebhe, Zubra, Sarfe, Avva, Simāk, Gāfir, Zubānā, Iklīl, Kalb, Šavla, Na’īm, Belde, Sa’düz-Zābih, Sa’dü-Bula’, Sa’dü-Sū’ud, Sa’dü-l’Ahbiyye, Fer’ud-delvil, Muahhar, Reša.
Ogni notte, uno di questi soggiorna in una dimora, e la sua luce (la sua luminosità) aumenta sempre di più fino al futuro, poi diminuisce gradualmente, fino a diventare sottile e curva nella dimora finale, che precede la riunione.
Finché non torna a essere di nuovo un vecchio bastardo.
URCÛN:
Significa “ramo storto”. In particolare, il ramo inferiore di un grappolo di datteri, che è quello vecchio, ovvero quello dell’anno scorso, è più sottile, più storto e più colorato. Questa metafora è di una bellezza sorprendente. Non solo mostra la forma iniziale e finale del falco lunare, come si pensa, ma mostra anche una linea dell’orbita che la Luna percorre intorno alla Terra in un mese mentre si trova in quelle case lunari.
Con il termine “antico”, si intende anche l’immagine del volume della Luna in ogni fase lungo la sua orbita, un concetto che gli antichi astronomi non sarebbero stati in grado di comprendere appieno. Questa disposizione è così perfetta e questa divisione dei compiti è così appropriata che (…)
né al sole conviene rimproverare alla luna.
(…)
né la notte precede il giorno.
(…)
Tutti galleggiano in un’orbita.
Non si scontrano mai, i compiti sono distribuiti in modo così ordinato e armonioso.
(Yesbehune) “nuotano”
L’uso del plurale indica che non si intende solo il sole e la luna, ma tutti gli astri. In questo senso, poiché un versetto simile, che indica le nuove leggi astronomiche, si trova anche nella Surah An-Naba’ (21/33), si rimanda alla sua interpretazione.
“Cos’è quell’orbita in cui galleggia solo il sole? Se è un’orbita, non dovrebbe essere un pianeta?”
Si potrebbe chiedere. Sebbene si possa definire orbita anche il luogo in cui un corpo ruota attorno al suo asse, ciò che è evidente è che, come descritto sopra e come indicato dall’hadith, il sole si muove verso un altro luogo di stabilità, un centro, sotto il trono, e quindi si deve accettare che il firmamento in cui si trova sia la sua orbita e il luogo del suo movimento.
(Elmalılı M. Hamdi YAZIR, Il Linguaggio del Corano, la Religione della Verità)
Con saluti e preghiere…
L’Islam attraverso le domande