Per coloro che, a seguito degli errori commessi, imparano dalle disgrazie che li colpiscono e regolano la propria vita secondo la religione, queste disgrazie possono essere considerate un mezzo di illuminazione?

Risposta

Caro fratello/cara sorella,

Sì, le disgrazie possono essere un mezzo di illuminazione. Infatti, ci sono persone che, immerse nel mondo, quando una disgrazia le colpisce, si riprendono immediatamente e, ricordando il motivo della loro esistenza, organizzano la loro vita di conseguenza.

Le calamità sono di vario genere. Il Corano afferma che alcune calamità colpiscono le persone a causa delle loro azioni.

Dio Onnipotente:

con queste parole, si indica che le persone si rivolgono ad Allah nel momento della calamità. Tuttavia, alcuni non perseverano e, una volta passata la calamità, tornano alla loro vecchia condizione. Infatti, nel prosieguo del versetto…

Con questo ordine, tale realtà è stata espressa.

In un altro versetto del Corano si legge:

(In mare) (molti negano)

Le disgrazie e le malattie ricordano e insegnano all’uomo di essere un servo, un essere fragile. Una frase del Nur Külliyat che fa luce sull’argomento:

L’uomo, creato per l’adorazione e la conoscenza, per poter progredire in questo mondo, sentirà la propria impotenza e povertà, si rifugiarà continuamente nel suo Signore e gli chiederà aiuto. Non si asterrà dalla preghiera, cercando di trovare la pace. Tutto ciò è possibile attraverso le varie calamità, malattie, disperazioni e difficoltà della vita terrena, che spingono l’uomo a chiedere aiuto e a rifugiarsi nel Signore.

Le anime che, in preda alla disperazione, si rifugiano nel loro Signore, ottengono un punteggio positivo nel superare questa prova terrena. Ma, di fronte a manifestazioni come benessere, salute e felicità, l’uomo, invece di comprendere la propria impotenza, può lasciarsi affascinare da esse, dimenticare di essere un servo e cadere nella negligenza.


Con saluti e preghiere…

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