Le sofferenze di chi muore bruciato possono essere considerate espiazione?

Dettagli della domanda

– Le sofferenze patite da chi muore bruciando o annegando possono essere espiazione dei suoi peccati?

Risposta

Caro fratello/cara sorella,

Il Profeta Maometto (pace e benedizioni su di lui) ha sottolineato che, oltre a coloro che muoiono in battaglia, anche le donne che muoiono durante il parto, e i credenti che muoiono annegando o bruciando, sono considerati martiri.

Le difficoltà che colpiscono un uomo saranno espiazione per i suoi peccati. In questo senso, morire in un incendio o annegando non solo espia i peccati, ma eleva anche al grado di martire.

Abu Huraira (ra) narra:

Il Profeta (pace e benedizioni su di lui) consolarono i credenti, affermando che seguire la via di mezzo contro i peccati è una sorta di scudo. Anche se il credente, per la sua natura umana, commette alcuni peccati, il Signore Misericordioso crea anche i mezzi per purificarli: ogni tipo di situazione, disgrazia, incidente che affligge e turba il credente. Questi accadono in qualsiasi modo. L’importante è che il credente non si abbandoni volontariamente alla malvagità.

Anche qui si manifesta l’importanza della buona fede, poiché è questo il significato di cercare la verità nelle azioni.

L’hadith dimostra inoltre quanto i compagni fossero sensibili al peccato, quanto fossero attenti e scrupolosi nelle questioni che riguardavano l’aldilà.


Con saluti e preghiere…

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