Il hadit “Non c’è male a causare danno e non c’è male a ricambiare un danno” è un hadit autentico?

Dettagli della domanda


– Gli studiosi considerano questo hadith inventato. Solo Ibn Majah lo riporta come autentico. Tuttavia, Hafiz Khalid bin Sad al-Andalusi disse:

“Non c’è né danno né sofferenza.”

Dice che il hadith non è autentico come tradizione tramandata. Abu Dawud, invece, lo considera uno dei hadith su cui si basa la fiqh, dando l’impressione che non sia debole, ma Dio sa meglio. Quindi, anche il studioso di hadith Abu Dawud nutre dei dubbi sull’autenticità di questo hadith. Inoltre, questo hadith non compare né in al-Bukhari né in al-Muslim.


– Questo hadith ha una catena di trasmissione completa? Esistono dubbi sulla sua autenticità? Potrebbe spiegarlo?

Risposta

Caro fratello/cara sorella,

Nell’edizione del 1421/2001 di al-Mūsnad, pubblicata da Mu’assasat al-Risalah, nella revisione critica del hadīth a cura di Shu’aib al-Arnavut (e collaboratori) si trovano le seguenti informazioni:

– Secondo Ibn Salah, al-Darukhtni ha tramandato questo hadith in diverse varianti, la cui somma rafforza e sostiene la sua credibilità.

“hasen”

lo eleva a quel grado. In particolare, secondo Abu Dawud.

“Questo hadith è uno di quelli attorno a cui ruota la jurispridenza islamica”.

Il fatto che lo abbia menzionato dimostra che non è una cosa banale.

(Musnad, 5/56)

– L’hadith è stato tramandato da molti narratori, tra cui Ibn Majah, Bayhaqi e Ibn Abd al-Barr. La molteplicità di queste trasmissioni dimostra che…

che esiste un originale

dimostra.

– Anche Imam Nawawi ha citato questo hadith

“hasen”

ha dichiarato.

(Müsned, mese)

– Anche al-Hâkim ha tramandato questo hadith e

“che questo fosse conforme alle condizioni di Muslim”

Lo ha affermato. Anche Zehebi lo ha confermato.

(cfr. Hākim, al-Mustadrak, 2/66)

– Anche Heysemi, riguardo a questa trasmissione dell’hadith, dice:

“Nella catena di trasmissione compare Ibn Ishaq. Questa persona è un falsificatore, ma è affidabile.”

almeno secondo quanto si narra

“hasen”

ha indicato che è così.

(cfr. Mecmau’z-Zevaid, 4/110/h. n. 6536)

Da queste e simili dichiarazioni si evince che questa narrazione dell’hadith,

è valido/o è buono/cioè non è debole.

Così come è proibito autolesionarsi, è proibito anche arrecare danno agli altri.


La nostra religione impone che nessuno faccia del male a nessuno.

Nonostante questo divieto, se qualcuno subisce un danno, non deve ricorrere a un danno reciproco per vendetta. (Hadit)

“Non si risponde al male con il male.”

La frase lo afferma. Munawī, commentando questo hadith, sottolinea che chi subisce un danno non deve ricambiare, ma deve perdonare. Gli studiosi sottolineano che la parola “ḍirār” usata nell’hadith implica la partecipazione, ovvero che due persone si facciano reciprocamente del male. Poiché questo è proibito, chi subisce un danno non deve fare del male all’altro pensando che sia lecito vendicarsi. Ciò che deve fare è perdonare; se non perdona, deve far risarcire il danno con mezzi leciti. Recuperare il proprio diritto tramite risarcimento non è considerato un danno all’altra parte.

In una comunità islamica, i credenti devono condurre una vita armoniosa, rispettando i diritti reciproci e adempiendo ai propri doveri nelle relazioni con gli altri. Nell’Islam è proibito danneggiare ingiustamente la proprietà, la vita, l’onore e la reputazione altrui. Anche il ricorrere alla violenza per vendetta è proibito. Tra i modi di arrecare danno…

blocco stradale, furto, scasso, rapina, frode, menzogna, omicidio, lesioni, calunnia, distruzione e danneggiamento di beni, oppressione e ingiustizia

è vietato.


Con saluti e preghiere…

L’Islam attraverso le domande

Ultime Domande

Domanda Del Giorno