– Il Profeta Maometto (pace e benedizioni su di lui) ha mai usato l’esempio dell’anello e del dito per spiegare l’adulterio?
– Si dice che, affinché il crimine di adulterio sia considerato consumato e la pena possa essere inflitta, siano necessari quattro testimoni maschi, e che ognuno di questi testimoni debba affermare di aver visto il crimine con la stessa chiarezza con cui si vede un anello sul dito. Il Profeta (pace e benedizioni su di lui) ha mai usato una metafora simile?
– Ci sono altre analogie nei libri di diritto islamico?
– È necessario che ogni testimone faccia un’analogia di questo tipo, se ce ne sono?
– Non basta dire “l’ho visto commettere adulterio” per fare testimonianza?
Caro fratello/cara sorella,
Non abbiamo trovato alcun evento che corrispondesse alla descrizione riportata nella domanda.
Ma famoso.
Mais
nel caso in questione, il Profeta (pace e benedizioni su di lui) disse a lui/lei
“Avete fatto questo lavoro come fa un pennellino per il kajal quando entra nel suo contenitore, o come fa un filo quando entra in un pozzo?”
ha chiesto e
“Sì”
perché ha ricevuto una risposta, gli ha inflitto una punizione esemplare.
(Ibn Qudama, al-Mughni, 9/70)
Secondo alcuni studiosi, i testimoni
“L’ho colto in flagrante adulterio.”
Basta che lo dicano.
(cfr. al-Mawsu’atu’l-Fiqhīya al-Kuwaytīya, 2/226)
Secondo altri studiosi, invece, è necessario descrivere concretamente il gesto dell’adulterio. La prova di questi studiosi è l’hadith di Maiz citato sopra. Infatti, se una descrizione di questo tipo è necessaria nella confessione, lo è ancora di più nella testimonianza.
(al-Muġnī, agy)
Inoltre, anche Uthman aveva chiesto ai testimoni oculari dell’adulterio di redigere un resoconto.
“passandoci il dito indice attraverso i dita della mano sinistra, che aveva piegato a cerchio”
l’ha dimostrato concretamente.
(cfr. Bayhaqi, as-Sunan al-Kubra, 8/402)
Con saluti e preghiere…
L’Islam attraverso le domande