Caro fratello/cara sorella,
La Sura della Pentimento (At-Tawbah) è una delle ultime sura rivelate. In questa sura sono presenti molti versetti riguardanti la guerra. Ad esempio:
“Combattete contro i politeisti nel modo in cui essi combattono contro di voi.”
(At-Tawbah, 9/36)
“Quando i mesi sacri saranno trascorsi, combattete i politeisti ovunque li troviate. Afferrateli, imprigionateli, aspettateli in ogni luogo di sorveglianza. Se si pentono, celebrano la preghiera e pagano l’elemosina, lasciateli andare. Poiché Allah è Perdonatore, Misericordioso.”
(At-Tawbah, 9/5)
Questi due versetti,
“il versetto della guerra”
oppure
“Versetto della spada”
è famoso per questo.
In alcuni commenti e traduzioni del Corano, si afferma che i versetti che, nel periodo meccano, raccomandano la pazienza e il perdono, sono “abrogati dai versetti della guerra”, ovvero che il loro effetto è stato annullato e revocato dopo l’arrivo dei versetti successivi che ordinano la guerra. In realtà, i versetti che si dice siano abrogati indicano una fase, mentre i versetti della guerra ne indicano un’altra.
La situazione è la seguente:
Dio ha comandato la pazienza quando i musulmani erano deboli e pochi, e la guerra quando erano forti e numerosi. In questi versetti non si parla di abrogazione (annullamento di una precedente disposizione).
Abrogazione,
si tratta di annullare la sentenza in modo che non possa più essere applicata.
Altrimenti, se una questione viene regolata per una certa ragione e poi, per un’altra ragione, viene introdotta una nuova disposizione, non si tratta di abrogazione (1).
Anche quando i musulmani commettono errori, i versetti che comandano la pazienza e il perdono in caso di difficoltà rimangono validi. Possiamo capirlo meglio con un esempio:
Mentre viaggiamo in autobus, al nostro bambino
“Non parlare assolutamente con il conducente!”
diciamo, anche al termine del viaggio
“Parla con lui/lei adesso.”
Anche se dicessimo così, la nostra seconda affermazione non abroga la prima. Infatti, si tratta di due situazioni diverse. Durante il viaggio, parlare con il conducente è sconsigliabile perché potrebbe causare incidenti, quindi è meglio non parlargli. Una volta terminato il viaggio, invece, non essendoci più alcun pericolo, si può tranquillamente parlare con lui.
Anche quando si intraprende un nuovo viaggio, la nostra promessa rimane valida.
Fonti:
1. vedi Suyuti, II, 703-704; Introduzione alle scienze coraniche, Ensar Yay. Ist., 1983, p. 103-104; Rıza, X, 199; Mahmud Şeltüt, El-Kur’an ve’l-Kıtal, Daru’l Feth, Beirut, 1983, p. 85-88; Zeydan, Şeriatu’l-İslamiyye ve’l-Kanunu’d-Düveliyyi’l-Àmm, Müessesetü Risale, Beirut, 1988, p. 60.
Con saluti e preghiere…
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