– Questo significa che dovremmo rompere i legami di amicizia con i paesi stranieri e diventare razzisti?
Caro fratello/cara sorella,
Questo è un argomento che richiede competenze specialistiche.
Usare prodotti locali è ovviamente molto importante.
Tuttavia, nell’era attuale, in cui il mondo è diventato quasi un unico paese, soprattutto nel campo dell’economia, perseguire una politica economica basata sul nazionalismo e incentrata sui prodotti locali porta a danni anziché a benefici.
Come lei ha giustamente sottolineato, seguire una politica basata esclusivamente sui prodotti locali potrebbe significare passare a un sistema chiuso, isolato e soggetto a cortocircuiti. L’importante, se si vuole anteporre gli interessi della nazione, è utilizzare i mezzi leciti per ottenerli.
Per quanto ne sappiamo, oggi la stragrande maggioranza degli economisti sottolinea la necessità di seguire una politica economica orientata all’apertura verso l’esterno.
Secondo noi, dovremmo dare molta importanza alla produzione di beni locali, all’apertura di mercati locali e alla creazione di industrie locali, che faciliterebbero l’uso di prodotti locali. Tuttavia, danneggiare il popolo con un nazionalismo smodato, inutile e dannoso, che oggi significa dare priorità a un’economia chiusa, è inconciliabile con il concetto di nazionalismo.
Considerando che la terra è proprietà di Dio, cercare il sostentamento andando ovunque sia opportuno, acquistare beni da ovunque sia opportuno e vendere beni ovunque sia opportuno è qualcosa che l’Islam non solo accetta, ma addirittura incoraggia.
“Quando la preghiera è compiuta, dispergetevi sulla terra, cercate il vostro sostentamento e la vostra fortuna, e ricordatevi di Dio, affinché siate tra coloro che prosperano.”
(Venerdì, 62/10)
“…Temete il vostro Signore. Coloro che compiono buone azioni in questo mondo, troveranno sicuramente il bene. La terra di Dio è vasta…”
(Zümer, 39/10)
Naturalmente, i casi particolari costituiranno un’eccezione.
Con saluti e preghiere…
L’Islam attraverso le domande