Cos’è la legittima difesa? Qual è la pena per l’omicidio commesso in stato di legittima difesa?

Meşru müdafaa nedir? Meşru müdafaa hâlinde adam öldürmenin hükmü nedir?
Dettagli della domanda

Difendere la propria proprietà, la propria vita e il proprio onore rientra nella legittima difesa?

Risposta

Caro fratello/cara sorella,

Non si può togliere la vita a una persona sostenendo che merita di morire. Chi lo fa, diventa un assassino e merita la pena di morte. In questo mondo e nell’aldilà, sarà trattato come un assassino. Si assumerà la responsabilità e il peccato di chi ha ucciso, e inoltre ne subirà il castigo.

Tuttavia, esistono alcune situazioni di necessità in cui la necessità stessa giustifica e rende lecito il ricorso alla resistenza. Può persino esonerare l’assassino dalla colpa di omicidio.

Se qualcuno viene aggredito con l’intenzione di ucciderlo e, pur avendo tentato ogni mezzo per difendersi, non riesce a salvarsi e si trova costretto ad uccidere l’aggressore, non è necessaria né la vendetta (la pena di morte per il crimine di omicidio), né la diya (il risarcimento in denaro per il sangue versato).

Infatti, il defunto aveva intrapreso azioni per ucciderlo, non c’era altro rimedio per impedirgli di compiere il suo atto, si è creata una necessità. Tuttavia, se è possibile richiamare l’attenzione delle persone intorno gridando o con qualsiasi altro mezzo per allontanare e dissuadere l’aggressore, ma si ricorre all’atto di uccisione senza farlo, il caso esce dalla legittima difesa e diventa omicidio.

Se un uomo, mentre si difende in un conflitto armato con un rapinatore che cerca di entrare nella sua bottega, casa o qualsiasi altro luogo in cui custodisce i suoi beni per impossessarsene con la forza, uccide il rapinatore, questo è considerato legittima difesa. L’uomo che ha ucciso non è considerato un assassino, ma ha esercitato il diritto di difendere la propria proprietà. Non è richiesto né il qisas (vendetta), né la diya (indennizzo). Il sangue del rapinatore morto è considerato sprecato (heder).

Se qualcuno, nella propria casa o altrove, si oppone a chi sta commettendo un’azione che viola il suo onore, e nel tentativo di difendere il proprio onore dall’aggressore lo uccide, non si applica la vendetta né la diya (indennizzo in denaro), in quanto si tratta di legittima difesa. Infatti, non gli era rimasta altra scelta che uccidere l’aggressore per difendere il proprio onore.

Se, nel difendere questi, dovesse uccidere l’aggressore, non sarebbe un assassino, e se venisse ucciso, sarebbe un martire. Infatti, il criterio per questo è indicato nel Corano come segue:

.

Allo stesso modo, il Profeta Maometto:

con queste parole, ha promosso la legittima difesa in modo più conciso e completo possibile.

Nell’ambito del diritto islamico, la legittima difesa che arriva all’uccisione può verificarsi solo se si ritiene con certezza che non ci sia altra alternativa all’uccisione. Altrimenti, non solo non si sarà esenti da responsabilità in questo mondo, ma si sarà anche sottoposti a una grave punizione nell’aldilà.


Con saluti e preghiere…

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