Come si dovrebbero interpretare le espressioni “concedere una lunga vita” e “rendere imperfetta la creazione”, contenute nel versetto 68 della Sura Yasin?

Risposta

Caro fratello/cara sorella,

Sura Yasin, versetti 66-67-68:


“Se volessimo, li avremmo resi completamente ciechi, e allora avrebbero parlato per trovare la strada. Ma come potrebbero vedere questo!”


“Anche se volessimo, non potremmo più cambiarli di posto, perché non potrebbero né andare avanti né tornare indietro.”


“E chiunque noi prolunghiamo la vita, lo facciamo in conformità con la creazione.”

(prendendo forza e vigore)

Lo stiamo invertendo. Non si renderanno ancora conto del loro errore?”


Spiegazione dei Versetti:

Generalmente si pensa che anche i versetti 66 e 67 riguardino la vita ultraterrena. Tuttavia, queste affermazioni vanno considerate alla luce dei versetti 45-48, che parlano dei negatori, e in particolare

“Dovremmo forse noi sfamare coloro che Dio, se volesse, potrebbe sfamare?”

Si può collegare questo versetto al versetto 47, che critica gli ingrati, e spiegarlo così:

Sì, nell’aldilà tutte le verità saranno rivelate; ma se fossimo stati tiranni, avremmo già acceccato i loro occhi, e sarebbero corsi disperatamente alla ricerca della via. Questo però sarebbe stato costringere alla fede. Come potrebbero comprendere coloro che, privi di discernimento, non vedono o si rifiutano di vedere le prove così evidenti, che potremmo fare una cosa del genere? Allo stesso modo, se fossimo stati tiranni, li avremmo già trasformati, e sarebbero rimasti immobili dove si trovano, incapaci di continuare a negare. Se ciò non avviene, non è perché è impossibile, ma perché è stato decretato che le punizioni saranno inflitte nell’aldilà.

(Elmalılı, VI, 4037-4038)


Versetto 66

in modo da includere tutti gli esseri umani

“Se avessimo voluto, avremmo tirato un velo di negazione davanti ai loro occhi e avremmo legato la loro intelligenza, e nessuno avrebbe più trovato la via giusta. Rifletti un attimo: come avrebbero cercato la via? Ma in che modo avrebbero visto, in una situazione del genere?”

è stato spiegato anche nel suo significato.

(Ibn Atiyye, IV, 461)

Si può affermare che lo scopo principale sia quello di richiamare l’attenzione dei credenti su questo punto: la possibilità di scelta tra fede e incredulità è basata su una saggezza. La vita terrena è strutturata come un campo di prova che permette di distinguere il bene dal male. Pertanto, anche se i credenti si trovano ad affrontare molte sofferenze, non devono perdere la speranza nell’aiuto di Dio e devono continuare con determinazione la lotta per l’unità di Dio.

(Ibn ‘Ashur, XXIII, 51)

Tuttavia, a chiunque prolunghiamo la vita, a chiunque concediamo una lunga esistenza invece di togliergli la giovinezza, stiamo invertendo l’ordine della creazione.

Quindi, invece di rafforzarli come nella giovinezza, li stiamo deperendo giorno dopo giorno, aumentando la loro debolezza e conducendoli verso la morte. Non si renderanno ancora conto? Non capiranno che la potenza che fa questo, potrebbe anche cancellare quell’occhio e cambiare aspetto, e quindi non seguiranno la via giusta?

(cfr. Elmalılı Tefsiri)

Dio può troncare la vita di chi vuole ancora in giovane età, mentre concede una lunga vita a chi desidera. Tuttavia, concedere una lunga vita non significa che l’uomo non morirà mai; anzi, chi invecchia può osservare giorno dopo giorno i segni che si avvicina alla morte.

Se si interpreta questo monito in relazione ai due versetti precedenti, si possono trarre principalmente due conclusioni:


a)

Le persone che desidera –

già in età giovanile, addirittura nell’infanzia –

Dio, che pone fine alla vita, avrebbe certamente potuto, come indicato nei versetti 66 e 67, accecare gli increduli e costringerli alla fede, o infliggere loro le pene già in questa vita. Ma non ha sottoposto gli uomini a tale obbligo, bensì li ha dotati della capacità di distinguere il giusto dallo sbagliato, il bene dal male.


b)

Il fatto che all’uomo sia concessa una lunga vita non costituisce una garanzia per il futuro, bensì gli offre piuttosto la possibilità di comprendere più chiaramente la finitezza della vita. Pertanto, è un grave errore da parte dei negazionisti considerare il tempo e le opportunità che gli sono state concesse in questo mondo come un capitale inesauribile. Il versetto condanna la loro incapacità di usare la ragione e di riflettere su queste verità.

(Anche Zamahşerî, a proposito di questo versetto, spiega che Allah, che nella vecchiaia inverte le caratteristiche e le capacità dell’uomo, rendendolo incapace di ciò che sapeva, è certamente in grado di fare ciò che è menzionato nei versetti 66 e 67, III, 292).

In una interpretazione più generale, questo versetto si riferisce a coloro che insistono nel negare la verità.

“Non riflettono sulla realtà, che dimostra chiaramente come Dio possa trasformare l’uomo da una condizione all’altra, e non capiscono che Egli è anche in grado di risuscitarlo dopo la morte?”

Si potrebbe anche pensare che si tratti di una critica in quel senso.

(Shawkānī, IV, 434)

Ibn Âshûr, invece, ritiene che qui si celi un significato del genere: se non facciamo ciò che è menzionato nei versetti 66 e 67 a coloro a cui abbiamo concesso lunga vita, è solo per farli umiliare e sconfiggere, a causa della loro ostinazione nella negazione e nel male, nonostante la nostra concessione di tempo. (XXIII, 53-54; il Corano accenna al progressivo indebolimento delle capacità organiche e mentali dell’uomo e alla vecchiaia avanzata)

“il periodo più difficile della tua vita”

per le sue affermazioni che li definiscono come

cfr. Nahl 16/70 e Hajj 22/5) (cfr. Diyanet Tefsiri, Kur’an Yolu: IV/449-450).


Con saluti e preghiere…

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